(1) Cfr.
P. Preto, I servizi segreti di Venezia, Est, Milano 1999.
(2) Nel 1949 venne creato il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate), dopo le polemiche sulla gestione De Lorenzo il SIFAR venne sciolto, con la conseguente creazione del SID (Servizio Informazioni Difesa), che è stato riformato nel 1977 con la creazione del SISDe (Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica) ed il SISMi (Servizio Informazioni Sicurezza Militare), coordinati dal CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza).
(3) "Nel concludere questa sintetica presentazione dell'indagine conoscitiva…deve manifestarsi il più deciso auspicio che il Governo in primo luogo, ed i gruppi parlamentari, diano il conseguente seguito politico all'indagine stessa, impegnando il parlamento nella revisione legislativa adeguatrice della
legge 24 ottobre 1977, n. 801", Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, Roma 1988, pag. XIV.
(4) "… generalizzata assenza di una visione positiva del ruolo italiano nel mondo, accompagnata da una rendicontazione quasi esclusivamente domestica dei costi e dei benefici di qualsivoglia vicenda interna o internazionale… " G. Amato in
F. Martini, Nome in codice: Ulisse, Rizzoli, Milano 1999, pag. VI.
(5) C. Jean, Costo e valore del mercato interno in rapporto alla globalizzazione, in "
Per Aspera ad Veritatem", n. 8/1997, pag. 363. Poi successivamente anche in I. Rizzi (a cura), Il futuro della nazione, Stampa Inedita, Milano 1998, pagg. 65-66.
(6) "La competizione economica mondiale si fonda…su un atteggiamento offensivo, sulla competitività dei ‘sistemi-paese'. Occorre cioè rendere più competitivi i propri territori e i propri lavoratori (infrastrutture, servizi, ricerca e sviluppo, educazione e formazione professionale…) e attrezzarsi per la competizione mondiale (definizione di standard e regole internazionali, intelligence economica, barriere non tariffarie, National Economic Council, Council for Competitiveness). La competizione geoeconomica è subentrata a quella geopolitica". Idem, pagg. 69-70.
(7) P. Schweizer, Friendly Spies, The Atlantic Monthly Press, New York 1993.
(8) A. Corneli, Le nuove frontiere dell'intelligence, in Ideazione, n. 4/96, pagg. 97-98.
(9) "…la cultura della riservatezza, intrinseca a queste organizzazioni, non consente un dibattito pubblico su questi temi, che renda manifesto il punto di vista degli "addetti ai lavori", professionisti in gran parte formatisi in settori di punta dell'apparato pubblico, ingiustamente coinvolti in un processo di generalizzazione negativo e non equilibrato, che non si cura di distinguere l'Istituzione dalle posizioni soggettive. Analogamente, agli Organismi medesimi non è mai possibile controdedurre alle numerose illazioni giornalistiche che li vedono al centro di mille oscuri episodi. E pertanto importante che sia il circuito istituzionale a farsi carico di tale rappresentanza, diretta conseguenza del potere di controllo, mentre certamente…i Servizi dovranno abituarsi all'idea di essere un po' meno ‘segreti'." M. Valenti, Gli organismi d'intelligence: idee per un progetto per il futuro, in "
Per Aspera ad Veritatem", n. 5, maggio-agosto 1996, pag. 404-5.
(10) R. Zangrandi, Inchiesta sul Sifar, Editori Riuniti, Roma 1970.
(11) R. Pesenti, Le stragi del S.I.D., Mazzotta, Milano 1974.
(12) G. De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, Roma 1991. (Fino all'anno di pubblicazione c'è un'ampia rassegna di vicende in cui sono stati coinvolti i servizi. Già dai titoli dei vari capitoli emergono i contenuti: De Lorenzo, la Rosa dei Venti, il golpe Borghese, il giornalista Pecorelli, la stagione delle stragi, il terrorismo, Sogno, Cirillo, mafia-stato, P2, Gladio).
(13) G. Galli, Affari di stato, Kaos Edizioni, Milano 1991.
(14) S. Flamigni, Convergenze parallele, Kaos Edizioni, Milano 1994.
(15) A. Viviani, I servizi segreti italiani 1815-1985, Dossier Adn Kronos, Roma 1986. Il libro è dedicato dall'autore Agli Agenti dei servizi segreti italiani.
(16) G. Boatti, Le spie imperfette, Rizzoli, Milano 1987. Ottima bibliografia, anche con testi stranieri.
(17) In Ideazione, n. 4/96, un'intera sezione della rivista è stata intitolata 007 al servizio dell'economia, con saggi di A. Corneli, S. Fiore e L. Zecchini. Inoltre, nel numero 1/1998 c'è l'interessante saggio di A. Corneli, Servizi non più segreti, pagg. 185-198. Inoltre, va citata la rivista italiana di geopolitica Limes, soprattutto i n. 4/94 (A che serve l'Italia), n. 3/96 (L'Italia tra Europa e Padania), n. 1/98 (L'Italia mondiale).
(18) Per Aspera ad Veritatem, Rivista di intelligence e di cultura professionale, periodico quadrimestrale pubblicato dal SISDe dal 1995.
(19)
F. Martini, Nome in codice: Ulisse, Rizzoli, Milano 1999. Dal mese di giugno, in quattro mesi ha avuto quattro edizioni consecutive nei mesi successivi: un vero successo editoriale.
(20) F. Pazienza, Il disubbidiente, Longanesi, Milano 1999.
(21) Camera dei Deputati, Indagine conoscitiva relativa alla materia dei servizi di informazione e sicurezza, Atti Parlamentari X legislatura, Indagini conoscitive e documentazioni legislative, Servizio Commissioni parlamentari, Roma 1988.
(22) Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, Roma 1988, pag. XIV.
(23)
www.parlamento.it/commissioni.
(24) Oltre a numerosi saggi e recensioni contenuti nella rivista "Per Aspera ad Veritatem", a riguardo ricordiamo Labriola, Le informazioni per la sicurezza dello Stato, Giuffrè, Milano 1978; Cocco, I servizi di informazione e sicurezza nell'ordinamento in Italia, Cedam, Padova 1980; AA.VV., Il segreto nella realtà giuridica italiana, Cedam, Padova 1983; Paolozzi, La tutela processuale del segreto di Stato, Giuffrè, Milano 1983; AA. VV., Il segreto di Stato e i servizi di sicurezza in uno stato di diritto liberale e democratico, A.N.F.A.C.I., 1989; Fioravanti, Profili penali dei pubblici segreti, Cedam, Padova 1991; Fragola, L'amministrazione invisibile. I problemi giuridici dell'apparato dei servizi segreti, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma, 1991; Rossi-Merighi, Segreto di Stato tra politica e amministrazione, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma 1994; Sidoti, Intelligence e morale, Cacucci, Bari 1993; Sidoti, Morale e metodo dell'intelligence, Cacucci, Bari 1994. A questi testi, vanno aggiunte le pubblicazioni edite dalla Camera dei Deputati e dal Senato già citati nel presente testo, oltre alla dispensa prodotta per l'a.a. 1996/97 presso l'Università di Genova da Vitto, L'intelligence nella nuova situazione internazionale: tra definizione e riforma.
(25) F. Cossiga, I Servizi di sicurezza e le attività di informazione e controinformazione, intervista in
Per Aspera ad Veritatem, n. 9, settembre-dicembre 1997, pag. 657. Nel corso dell'intervista, emergono i temi centrali dell'attività di intelligence nel particolare contesto italiano, spesso comparato con le esperienze delle altre realtà estere.
(26) M. Valentini, lo Stato deve valorizzare tale risorsa.
"Per Aspera ad Veritatem", n. 13.
(27) Commissione Europea, Libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione, Bruxelles 1998.
(28) E. N. Luttwak, From geopolitics to geoeconomics, in "The National Interest", Estate 1990, in cui l'A. spiega che "la logica del conflitto (viene) applicata alle regole del commercio".
(29) E. N. Luttwak, La dittatura del capitalismo, Mondadori, Milano 1999, pag. 153.
(30) L'utilizzo dell'intelligence a favore delle imprese è questione controversa, come si può evincere anche in C. Callieri, Intelligence e realtà industriali "in
Per Aspera ad Veritatem, gennaio-aprile 1998, in cui tra l'altro si legge: "… si potrebbe ancora pensare, - ma per questo avrei grande esitazione - che, poiché la politica estera di tutti i Paesi, è diventata politica economica proprio perché il mondo è cambiato, gli aspetti di integrazione sono divenuti prevalenti e preliminari, allora un'Intelligence di sostegno alla crescita dell'economia del proprio Paese sia utile e giustificata. Esistono orientamenti anche dottrinari in questo senso, per esempio nel Nord-America. Io sono personalmente restìo a condividerli per come sono formulati, che cioè possa essere effettivamente utile, non sia invece controproducente.
A mio giudizio può essere controproducente. E in particolare può essere controproducente se la scommessa che si fa - ed è la cosa più giusta, a mia opinione - è che il processo di integrazione si basi su presupposti di "fair competition". Se l'integrazione si fa su presupposti di "fair competition", una competizione attraverso l'Intelligence non mi sembra "fair" o potrebbe essere percepita come non "fair" da parte di coloro che ne fossero, come dire, destinatari o vittime".
(31) "La globalizzazione è una realtà effettiva, in cui si muove molto bene il sistema imprese italiano: - sono ormai oltre 2.000 le aziende estere partecipate da aziende o gruppi italiani, e sono quasi 1.800 le imprese italiane partecipate da investitori stranieri; - sono circa 1.200.000 gli occupati coinvolti, in Italia e all'estero, negli investimenti industriali in entrata e in uscita dall'Italia". G. De Rita, Prefazione in AA.VV., Italia Multinazionale 1998, Documenti CNEL n. 17, Roma 1999, pag. 5.
(32) "…la crescita globalizzata del sistema italiano è condotta quasi esclusivamente dall'interno di esso, visto che il supporto pubblico ai processi di multinazionalizzazione delle imprese è a livello minimo e ben lontano dalle politicies di paesi, come la Spagna, l'Irlanda, la Gran Bretagna, il Canada e gli stessi Stati Uniti, che attribuiscono un ruolo strategico ai processi di multinazionalizzazione….Certo potremmo fare molto di più se potessimo contare su poteri pubblici più impegnati e su reti logistiche adeguate". Idem, pagg. 6-7.
(33) "Occorre prevedere tempestivamente le situazioni di crisi affinché non prevalga il pericolo e, di contro, se ne sfruttino le opportunità: occorre influire sull'evoluzione degli eventi anziché esserne travolti".
F. Cossiga, I Servizi di sicurezza e le attività di informazione e controinformazione, cit., pag. 658.
(34) "Personalmente trovo anche paradossale che sull'attività di raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati conoscitivi raccolti dai servizi vi sia un intervento della legge sulla tutela della privacy...ritengo che il fatto che le attività dei servizi segreti così come quelle della Procura Nazionale Antimafia o delle Direzioni Distrettuali Antimafia e delle banche dati che stiamo realizzando debbano essere sottoposte, anche ad istanza di privati, ad un controllo sotto il profilo della privacy, lo trovo francamente una cosa assurda". M. Maddalena, Modalità operative dei Servizi tra legittimità e legalità, in
Per Aspera ad Veritatem, n. 14, maggio-agosto 1999, pagg. 439-440.
(35)
Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, Primo semestre 1999, Presentata dal Vice Presidente del consiglio dei ministri Mattarella e trasmessa alla Presidenza della Camera dei Deputati il 28 luglio 1999.
(36) "Se ripensiamo alla teoria economica della corruzione (corruzione come bene che viene venduto e comprato su un mercato in cui venditore e compratore "sono le parti d uno scambio illegale finalizzato a massimizzare alcune opportunità e a minimizzare i costi giudiziari e di reputazione"), vediamo che la realtà dell'UE riproduce un caso pressoché di scuola…pur non essendo possibile delineare i contorni precisi del fenomeno all'interno delle strutture dell'Unione Europea, possiamo senz'altro affermare che le istituzioni comunitarie sono sottoposte al rischio di corruzione che si espande man mano che le competenze normative e amministrative passano dagli Stati membri alle istituzioni europee". E. U. Savona, L. Mezzanotte, La corruzione in Europa, Carocci, Roma 1998, pagg. 140-1.
(37) Idem, pagg. 19-20.
(38) Il PESC è l'acronimo con cui si individua la Politica estera e di sicurezza comune, istituita dal Titolo V del Trattato dell'Unione Europea sottoscritto a Maastricht il 7.2.1992 ed entrato in vigore l'1.11.1993. Il PESC è stato rafforzato dal Trattato di Amsterdam sottoscritto il 2.10.1997 e che ancora non è stato ratificato da tutti e 15 gli Stati membri dell'Unione.
(39) Disponibili su Internet all'indirizzo
www.camera.it/commissioni/.
(40) L. Graziano, Lobbies, pluralismo, democrazia, Nuova Italia Scientifica, Roma 1995.
(41) R. Brancoli, In nome della lobby, Garzanti, Milano 1990, pagg. 7-15.
(42)
F. Martini, op. cit..
(43)
G. Tremonti, La guerra "civile". La competizione al posto della guerra, in Per Aspera ad Veritatem, maggio-agosto 1999, n. 14, pagg. 574-5.
(44)
www.mi5.coi.gov.
(45) Argomenti analoghi vengono tratti anche dal responsabile del SISDe V. Stelo nel suo intervento ospitato sul numero 15 di Per Aspera ad Veritatem.
(46) Commissione ministeriale d'inchiesta istituita con D. M. 14 novembre 1995 e presieduta dall'Avvocato generale dello Stato Giorgio Azzariti, che ha svolto i propri lavori fino al 14 maggio 1996.
(47) "Poco successo ebbi, invece, quando cercai di modificare l'arruolamento del personale. Ho avuto contro tutti, SISDe e CESIS compresi. Il nocciolo del problema è limitare il trasferimento ai Servizi di personale proveniente da altre amministrazioni dello stato, sia civili che militari, e rivolgersi invece più massivamente ai giovani diplomati o laureati del settore privato, cosa che si fa comunemente all'estero. Così, si rompe con le raccomandazioni, e si evita l'arrivo di gente che aspira solo a uno stipendio migliore… ".
F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pag. 183; successivamente nello stesso testo si legge: "... il SISMi fece pubblicare un bando sui giornali per arruolare quindici decrittatori, rivolgendosi a laureati in matematica e statistica con medie molto elevate e fissando altri requisiti abbastanza rigorosi. Quando chiesi il permesso alla Presidenza del Consiglio -l'annuncio, infatti, anche se poi era chiaro di cosa si trattasse, faceva riferimento alla Presidenza del Consiglio - in un primo tempo mi diedero del matto, e dovetti spiegare che presso alcuni Servizi, tra cui la Cia, per le assunzioni si fanno inserzioni sui giornali, come per un lavoro qualsiasi". F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pagg. 207-8. Altra citazione interessante è la seguente: "In Gran Bretagna, spesso i giornali pubblicano annunci, nella rubrica "offerte di lavoro", in cui si invitano neolauretati a presentare domanda di assunzione presso l'MI-5 e l'MI-6. Vi sono, poi, professori universitari che collaborano apertamente con l'intelligence, vengono assunti alla luce del sole e prendono un regolare stipendio". F. Pazienza, Il disubbidiente, cit., pag. 127.
(48) Nata nel 1995, stampa 2.200 copie che vengono diffuse ad interlocutori istituzionali. Al momento, non è in vendita nelle librerie ma è distribuita anche a richiesta.
(49)
V. Stelo, Intervento d'apertura in Per Aspera ad Veritatem, settembre-dicembre 1997, n. 9, pag. 633.
(50) Nel Disegno di Legge presentato dal Governo si prevede la quota del 75% del personale stabile ed il 25% a tempo determinato con possibilità di opzione: indirizzo che a me sembra sicuramente equilibrato.
(51) Sostenitore di questa tesi è l'attuale Presidente del Comitato Parlamentare per i servizi di sicurezza F. Frattini.
(52)
F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pagg. 208-9.
(53) A. Corneli, Servizi non più segreti , cit., pagg. 185-198.
(54) G. D'Avanzo, Il capo del governo comanderà gli 007 in Il Corriere della Sera, 1.7.1999, pag. 8; M. Galluzzo, Servizi segreti, via libera alla riforma in Il Corriere della Sera, 4.7.1999, pag. 13; P. Men., Sifar, Sid, SISDe: mezzo secolo di scandali e cambiamenti da Gattopardo in Il Corriere della Sera, 4.7.1999, pag. 13; G. Chiocci, Bufera sui Servizi con "licenza di delinquere", in Il Giornale, 4.7.1999, pag. 8; D. Alfieri, "E chi controllerà Palazzo Chigi?", Intervista a Franco Frattini, in Il Giornale, 4.7.1999, pag. 8.
(55) Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, cit., pag. XIV.
(56) A. Corneli, Servizi non più segreti, in Ideazione n. 1/98, pagg. 186-7.
(57) Un altro riferimento, ma molto meno diretto, lo si può rinvenire sempre con riguardo alle regioni nell'articolo 127 della Costituzione, in cui si recita che "Il Governo della Repubblica, quando ritenga che una legge approvata dal Consiglio Regionale ecceda la competenza della Regione o contrasti con gli interessi nazionali con quelli di altre Regioni, la rinvia al Consiglio regionale nel termine fissato per l'apposizione del visto."
(58) Comitato parlamentare per i servizi, Il controllo amministrativo-contabile sugli atti dei servizi di informazione e sicurezza, Relazione approvata nella seduta del 16 luglio 1998 e trasmessa alle Presidenze della Camera e del Senato il 28 luglio 1998.
(59) "…i Servizi segreti (o meglio i Servizi di informazione) sono un organo dello Stato: fanno parte della pubblica amministrazione". A. Corneli, Servizi non più segreti, cit., pag. 185.
(60) A proposito, va ricordata la giornata di studio organizzata dal Copit a Roma il 19.11.1997 sul tema "Il contributo dell'Italia alla sicurezza internazionale", di cui sono disponibili anche gli atti curati da A. Del Monaco, F. Grosso e F. Mion ed editi dallo stesso Copit (Comitato di Parlamentari per l'Innovazione Tecnologica e lo Sviluppo Sostenibile).
(61) …ora è riconosciuto che la strage di Piazza Fontana e tutte gli altri episodi oscuri della storia recente italiana avevano come responsabili i servizi segreti, la destra in collusione con esponenti politici governativi e apparati militari". Dal testo della presentazione (contenuta anche su Internet) della manifestazione "Il lato oscuro dello stato. Viaggio nei misteri del potere. Dallo "Stato parallelo" alla "Seconda Repubblica", promossa dal Circolo Napoleone Papini di Fano, in collaborazione con Comitato Liberi Liberi di Fano e Rete per l'autogestione, nel gennaio 1999.
(62) S. Cassese, Lo Stato introvabile, Donzelli, Roma 1998.
(63) Riportato da F. Pazienza, Il disubbidiente, cit., pag. 373.
(64)
V. Stelo, Intervento d'apertura, cit., pag. 633.
(65) All'allegato 2 del Bilancio dello Stato 2000 riguardante la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il capitolo 16.1.2.2 è prevista la voce Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza, finanziato appunto con 720 miliardi.
(66)
F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pag. 15.
(67) "… il turbocapitalismo genera nuova ricchezza dalle risorse sprigionate dall'eliminazione, in nome della concorrenza, di prassi inefficienti, di aziende e intere industrie in precedenza di proprietà statale, o sovvenzionate, o protette da dazi e regolamentazioni. Al pari eliminati risultano naturalmente anche i posti di lavoro un tempo sicuri dei dipendenti che vi lavoravano, mentre al contempo gli artefici e i beneficiari del nuovo corso si arricchiscono a una velocità mai vista prima, o in una proporzione che non ha precedenti". E. N. Luttwak, La dittatura del capitalismo, cit., pag. 15.
(68) "Gli Stati moderni non devono più far fronte alla rivolta dei poveri, come capitava in passato, ma a quella dei ricchi. Marx aveva torto. Quella che è internazionale non è la classe operaia …Internazionali sono i ceti più ricchi, che non hanno alcuna difficoltà a emigrare e ad abbandonare la nave che affonda. Essi infatti possono investire i loro capitali e delocalizzare le loro industrie nelle aree…che offrono migliori condizioni di profitto".
C. Jean, Costo e valore del mercato interno in rapporto alla globalizzazione, cit., pag. 65.
(69) Idem, pag. 74.
(70)
R. Di Nunzio, Effetti sociali e conseguenze sulla sicurezza interna della guerra dell'informazione, in Per Aspera ad Veritatem n. 13, gennaio 1999, par. 15-16.
(71) Come affermava Thomas Jefferson ogni generazione ha diritto ad una propria costituzione economica. In Italia sostenitore della urgente riscrittura della "costituzione economica" è Alberto Quadrio Cunzio.
(72) Nella recentissima e documentata storia del Servizio interno francese di R. Faligot-P. Krop, DST - Police Secrète, Flammarion, Paris 1999, c'è il capitolo finale, che precede le conclusioni, che è stato opportunamente dedicato al rapporto tra Servizi e Internet. Si tratta del cap. XVII intitolato Guerre d'espions sur l'Internet, (pagg. 531, 551), che inizia con l'affermazione "Avec l'Internet, l'espionnage a changé de visage".
(73) "…è destinata ad essere superata definitivamente la vecchia cultura che, nella migliore delle ipotesi, relegava i Servizi ad un ruolo secondario o marginale, nella consapevolezza che essi partecipano ad una essenziale funzione costituzionale, rappresentando una risorsa la cui piena utilizzazione, così come per ogni funzione pubblica, è nella responsabilità del Governo e nell'interesse stesso della garanzia di sicurezza che la comunità domanda".
M. Valentini, Cultura dell'intelligence, cultura delle istituzioni, in "Per Aspera ad Veritatem", n. 13, gennaio-aprile 1999, pag. 173.