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Per Aspera Ad Veritatem n.16
Intelligence: un problema di comunicazione istituzionale?

Mario CALIGIURI




Navigando nel cyberspazio si incontrano sempre nuove sorprese. Tra queste, c'è quella rappresentata dal sito dei nostri servizi di sicurezza interna, che nello scorso mese di dicembre ha fatto la sua comparsa su Internet. Infatti, all'indirizzo www.sisde.it, è possibile rinvenire tutti numeri della rivista di intelligence "Per Aspera ad Veritatem" edita appunto dal SISDe. Com'è noto, Internet è sinonimo di trasparenza e quindi potrebbe sembrare un po' strano vedere in rete il sito dei nostri Servizi che essendo per definizione "segreti" dovrebbero essere molto lontani dalla pubblicità. Questa novità ha indotto me, ricercatore di temi della comunicazione pubblica, ad approfondire il problema, a verificare cosa ci fosse "dietro l'immagine", per analizzare questo delicato settore della pubblica amministrazione, visto all'interno della evoluzione dello Stato e nel contesto dei cambiamenti velocissimi che si stanno verificando. E, nell'approfondire l'argomento, mi sono imbattuto in tanti luoghi comuni, sui quali forse è bene meditare più a lungo. La prima cosa che occorre dire è che i servizi segreti (d'ora in avanti: Servizi) rappresentano storicamente una necessità sviluppata dagli Stati moderni per garantire la sicurezza e gli interessi delle comunità nazionali. Esigenza che è stata avvertita in modo sistematico già nell'antichità dai veneziani (1) e successivamente dalla Gran Bretagna e dalla Francia, per non dire, in questa seconda metà del secolo, dagli Usa attraverso la CIA, dall'URSS attraverso il KGB e da Israele con il Mossad, per richiamare le sigle più note. Nella storia del nostro Paese, invece questo tema è sistematicamente collegato a vicende poco chiare, in cui i Servizi vengono visti come "lo Stato parallelo" o addirittura "il lato oscuro dello Stato". Finora, a partire dal 1949, siamo alla terza ricostituzione dei Servizi (2) , e da almeno un decennio se ne auspica una quarta (3) . Non è questa la sede per valutazioni storiche o politiche, perché l'intendimento è quello di approfondire i Servizi sotto il profilo della comunicazione, elemento centrale per l'operatività di queste strutture, così indispensabili agli interessi dello Stato. Questo infatti ha necessità di avere antenne sensibili per difendersi da pericoli vecchi e nuovi e per poter cogliere in pieno le opportunità che derivano dai cambiamenti vertiginosi in atto. In Italia, i Servizi sono stati visti in modo distorto dalla classe politica, che è proprio quella cui questi devono far riferimento. Le ragioni possono essere diverse, ma alla base di tutto c'è sempre, ritengo, la formazione dello Stato unitario, avvenuta per caso e necessità, che ha prodotto una classe politica provinciale (4) (molto legata ai fatti regionali prima ancora che nazionali) ed una classe burocratica che non sempre ha avuto il senso della sua funzione, per non dire di una cultura delle forze armate. Manca una visione dell'intelligence, perché non c'è una cultura moderna dello Stato, come si può notare nell'impiego delle nuove tecnologie che vedono il nostro Paese sistematicamente in ritardo rispetto alle altre nazioni industrializzate. Eppure la posizione geografica ha reso il territorio italiano un luogo di incontro di interessi diversi, essendo non solo al centro del Mediterraneo, quindi un ponte tra Europa, Africa del nord e Medio Oriente, ma anche, dopo Yalta, una zona di frontiera tra le libertà occidentali e il socialismo reale. Nella globalizzazione, gli Stati, seppure sottoposti a spinte interne ed esterne, rappresentano sempre il pilastro dell'ordine mondiale e da essi si richiedono atteggiamenti completamente nuovi. Rispetto all'Italia ecco cosa scrive Carlo Jean: "Il moderno stato geoeconomico - che deve subentrare a quello della guerra e a quello del welfare - lotta per la valorizzazione del suo territorio, per attirare su di esso i flussi di ricchezza che circolano in un mercato globale senza frontiere. Alla geopolitica degli spazi è subentrata quella dei flussi. La ricchezza si è dematerializzata e in gran parte deterritorializzata. I mercati finanziari mondiali hanno una dimensione superiore di 50 volte al commercio mondiale di beni e servizi. Il 40 per cento del commercio mondiale è monopolizzato dalle prime 100 imprese multinazionali. E' una realtà con cui fare i conti. Se non si affronta responsabilmente saremo spazzati via" (5) . E' evidente che assicurando maggiore comunicazione a queste strutture, viene reso fruibile un servizio pubblico, che può risultare estremamente utile al nostro Paese, soprattutto nell'era della globalizzazione economica. Attualmente, stiamo assistendo ad un cambio di scenario, in cui l'interesse nazionale coincide sempre di più con la promozione dell'economica, attraverso la quale si misura la reale potenza degli Stati, che entrano in competitività per il controllo dei mercati economici (6) . Infatti, il concetto di sicurezza nazionale è stato trasformato in termini economici. Nel 1993 Peter Schweizer ha pubblicato un libro (7) nel quale ha "divulgato la conoscenza della guerra segreta che, sul piano economico, si svolge in un contesto mondiale in cui si sostiene che non ci sono più alleati e nemici ma solo concorrenti" (8) . La priorità è stata quindi spostata dall'ambito militare a quello economico, processo favorito dalla globalizzazione. Quello che si vuole evidenziare in questo breve saggio è l'importanza di definire una serie di regole e di comportamenti che facciano assumere anche alla struttura pubblica istituzionalmente più riservata il tema della comunicazione, interna ed esterna, come uno dei cardini del proprio operato. Quindi la comunicazione dei Servizi va considerata un'area vera e propria della comunicazione istituzionale. Si può obiettare che in uno scenario talmente complesso, come quello rappresentato dai Servizi, può essere ritenuto centrale proprio il tema della comunicazione? Anche se ciò potrebbe sembrare una contraddizione in termini, evidentemente così non è. Anzi potrebbe dirsi che il problema dei Servizi in Italia è essenzialmente, se non solo, un problema di comunicazione istituzionale. Non a caso, questo tema, è stato in parte affrontato anche da addetti ai lavori (9) .


Sui Servizi italiani ci si è interessati prevalentemente per dimostrare quanto fossero poco rispondenti alle esigenze effettive dello Stato. Visti esclusivamente sotto un profilo politico, essi spesso hanno rappresentato - anche quando non era strettamente necessario e dimostrabile - un comodo capro espiatorio. Vanno in questa direzione ricostruzioni come quelle di Ruggero Zangrandi (10) , Roberto Pesenti (11) e in modo più ampio, organico e sistematico soprattutto di Giuseppe De Lutiis (12) . Anche altri autori, come Giorgio Galli (13) o Sergio Flamigni (14) hanno affrontato il tema, in relazione ad episodi specifici. Ambrogio Viviani ha compiuto una scelta cronologica e didascalica dal Congresso di Vienna al 1985, senza interpretare i fatti ma limitandosi a raccontarli ed è l'approccio più utile per farsi un'idea (15) . Un taglio storico molto documentato è quello utilizzato da Giorgio Boatti (16) . Una rivista molto attenta finora è stata Ideazione, che ha dedicato interessanti saggi sull'argomento (17) . Dal 1995 c'è pure la rivista del SISDe, che viene pubblicata in 2.500 copie e che ha una diffusione all'interno delle Istituzioni e che all'esterno non è conosciuta come dovrebbe (18) , ma che rappresenta finora in Italia l'unico punto di riferimento dal punto di vista dottrinale, culturale e scientifico per una cultura dell'intelligence, alla quale oggi, come si vedrà, si aprono sempre maggiori spazi. Negli ultimi mesi sono pure uscite due testimonianze dirette. La prima di Fulvio Martini (Direttore del SISMi dal 1984 al 1991) (19) e la seconda di Francesco Pazienza (collaboratore del SISMi durante la gestione Santovito) (20) . In entrambi i libri, si possono cogliere degli utili spunti, prescindendo ovviamente dalle rievocazioni di parte. A livello istituzionale, nelle pubblicazioni ufficiali del Parlamento c'è praticamente un solo testo, che riguarda un'indagine conoscitiva della I Commissione affari costituzionali del 1988 (peraltro già pubblicata a parte) (21) ma che è arricchito anche dalle relazioni semestrali del Presidente del Consiglio al Parlamento dal 1977 al 1987, oltre alle Relazioni del Presidente del Comitato parlamentare per gli anni 1978-1982 (22) . Inoltre, negli atti parlamentari ci sono sia le relazioni semestrali del Presidente del Consiglio al Parlamento e le relazioni del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza, che nella presente legislatura, sotto la presidenza di Franco Frattini, ha prodotto atti in misura superiore rispetto alle esperienze precedenti. Sintomo di questa attività è il sito Internet della Commissione nel quale sono contenute una serie di utilissime indicazioni (23) . Da questa pubblicistica, emerge che il tema dei servizi è stato prevalentemente trattato sotto l'ottica politica mentre i contributi scientifici sono in secondo piano, soprattutto per quanto riguarda i nuovi compiti da assegnare ai Servizi, anche se adesso si stanno aprendo prospettive più rispondenti e meno anguste che in passato. Mancano ricerche, approfondimenti, comparazioni ed anche memorie dei protagonisti che sono materiali che altrove vengono abbondantemente prodotti e studiati. In Italia, finora di un qualche, limitato interesse sono i testi giuridici sul segreto di Stato e la L. 801/77 (24) .


Dopo la caduta del muro di Berlino, il problema oggi è rappresentato dalla necessità di disporre di strutture civili di intelligence al servizio della comunità nazionale (25) . In base alle leggi, i servizi di intelligence rappresentano un'attività, sebbene particolare, della pubblica amministrazione e così come diventa decisiva la comunicazione istituzionale in tutti gli atti della pubblica amministrazione, anche per quanto riguarda i Servizi occorre che si accentui tale impostazione (26) . In uno scenario mondiale profondamente cambiato, occorre tenere presente che la priorità dei Servizi si è inevitabilmente spostata dall'ambito militare a quello economico, anche se occorre mantenere alto il livello della sicurezza contro il terrorismo e la criminalità organizzata, che rappresentano dei pericoli perennemente incombenti. I Servizi sono nati storicamente nell'ambito militare e dopo il crollo del muro oggi non in Europa, ma sul fronte Mediterraneo si può ragionevolmente profilare la minaccia militare. Tenendo sempre presente questo scenario, oggi però nella competizione economica globale occorre assistere le imprese, non solo quelle di grandi dimensioni ma anche quelle piccole e medie, alle quali è assegnato un ruolo trainante nell'economia del prossimo secolo. Non a caso, una misura considerevole delle informazioni raccolte provengono dalle cosiddette "fonti aperte" e quindi la circolazione delle informazioni della pubblica amministrazione diventa fondamentale. E quanto siano importanti le informazioni per le attività economiche, lo dimostra anche il Libro verde sulle informazioni del settore pubblico, approvato gli inizi dell'anno dalla Commissione Europea ed in cui si evidenzia come le imprese americane hanno un vantaggio competitivo rispetto a quelle europee anche perché dispongono di "un sistema di informazioni pubbliche altamente efficiente" (27) . Infatti, negli ultimi anni l'interesse nazionale coincide sempre di più con la promozione dell'interesse economico, tanto che anche nazioni come la Gran Bretagna, la Germania e soprattutto il Giappone e gli Stati Uniti sono particolarmente attive nel sostenere gli intessi economici nazionali. Non a caso, uno degli analisti più acuti, Edward N. Luttwak, ha coniato già dal 1990 il termine "geoeconomia" (28) per definire che "nella vera arena della politica mondiale, dove americani, giapponesi ed europei collaborano e competono, le rivalità possono oggi trovare espressione quasi esclusivamente per via economica" (29) . Aumentare la comunicazione dei servizi di sicurezza nel nostro Paese significa non solo utilizzare validamente le risorse economiche utilizzate, ma anche dotare la società nazionale di un servizio pubblico che, nella pur indispensabile riservatezza e cautela, comunichi servizi utili e accessibili prima di tutto alle istituzioni, ma anche alle imprese (30) in un contesto nel quale si registra l'internazionalizzazione dell'industria italiana (riguardante soprattutto le piccole e medie imprese) unitamente alla partecipazione delle imprese italiane in imprese estere e, di riflesso, anche la partecipazione di imprese estere in Italia. Tutto questo fenomeno, come ha giustamente notato Giuseppe De Rita, da un lato evidenzia un fenomeno piuttosto rilevante (31) e dall'altro è assenza di politicy nazionali adeguate (32) . I Servizi rappresentano strutture di informazione, che debbono avere una forte caratura previsionale (33) e preventiva, in quanto, com'è noto, la repressione è eseguita dalle forze dell'ordine e dalla magistratura. In tale contesto, va anche visto il tema della privacy che deve garantire la riservatezza e la libertà dei cittadini nell'ambito delle leggi, senza che però questa, sotto l'occhio vigile di una magistratura equilibrata e di Servizi professionali, rappresenti un ostacolo insormontabile per la prevenzione e la previsione di comportamenti criminosi per lo Stato (34) . Anche in tale ambito il potere politico, che ha la discrezionalità di giudizio che compete agli organi politici democraticamente espressi, ha il compito principale di prevedere norme adeguate, semplici e trasparenti unitamente al diritto-dovere di verificare l'attività dei Servizi in modo adeguato. Pertanto, così come avviene altrove, il Comitato Parlamentare dovrebbe avere poteri più pregnanti di quelli che vengono assegnati dall'attuale legislazione e non detenere un controllo meramente formale ma più eminentemente politico. Ne vanno quindi ampliati i poteri, avendo chiaro il rapporto tra costi e benefici, mentre l'attività dei Servizi deve essere verificata nel merito dal Capo del Governo che, non a caso, è contemporaneamente il Capo dei Servizi. La politica della sicurezza è fondamentale per l'interesse nazionale, dato che la sicurezza è stata definita interesse "preminente" dalla Corte Costituzionale nel 1977 rispetto agli altri interessi pur previsti dalla carta costituzionale. Infatti, la sicurezza nazionale è rivolta ad assicurare la stabilità democratica, che si esplica nella difesa delle istituzioni ed anche attraverso la prevenzione e l'analisi di fenomeni diversi, oggi non più rappresentati in modo prevalente dal rischio dello scontro tra blocchi contrapposti ma da altri fenomeni, in parte nuovi ed in parte conosciuti, ma anche, in questo quadro, hanno assunto un rilievo enormemente più pericoloso. Infatti, nell'ultima relazione della Presidenza del Consiglio al Parlamento, sono stati evidenziati temi quali l'area dell'eversione terroristica; la criminalità organizzata; le minacce diversificate che riguardano l'ecosistema, le reti telematiche e il fenomeno delle sette. Inoltre è stata evidenziata la necessità di tenere sotto controllo gli sviluppi nelle aree di maggiore rilievo per gli interessi del nostro Paese, rappresentate, com'è noto, dall'area balcanica, dai Paesi del Mediterraneo, dal corno d'Africa, dall'area Medio orientale e del Golfo Persico, dagli Stati dell'ex Urss. Oltre a ciò, anche in concomitanza dello svolgimento del Giubileo, il fenomeno del terrorismo internazionale rappresenta una concreta minaccia, anche per l'amplificazione che azioni dimostrative avrebbero sull'opinione pubblica ed i mezzi di informazione planetari. Ancora all'attenzione sono temi quali l'immigrazione clandestina, lo spionaggio industriale, il traffico di armamenti e di tecnologie avanzate, la proliferazione ed il commercio delle armi di distruzione di massa (35) . Inoltre, anche il fenomeno della corruzione nell'ambito degli organismi dell'Unione Europea rappresenta un'area di attenzione non certamente irrilevante, tenendo conto di quelli che sono i poteri di indirizzo e di controllo oltre che la quantità sempre più ingente di flussi finanziari che da essa vengono erogati (36) . Fenomeno che peraltro, inevitabilmente, si collega con la corruzione interna ed internazionale (37) , oltre che con la criminalità dei singoli Stati e a livello planetario dove operano le multinazionali del malaffare. Sempre per restare nell'ambito comunitario, vista anche la difficoltà di creare a breve delle strutture e delle politiche congiunte tra i singoli Stati membri per rafforzare una politica estera e di sicurezza comune (38) , i Servizi hanno nell'immediato un ruolo importante anche per la sicurezza e la difesa comune dell'Unione Europea. Le relazioni semestrali, così come le relazioni del Comitato Parlamentare per i servizi di sicurezza (39) , rappresentano delle fonti importanti sulle attività e le aree di attenzione dei nostri Servizi, che andrebbero più pienamente conosciute e studiate, piuttosto che dare una lettura politica e quindi parziale sulle necessità e le attività dei Servizi.

Se guardiamo agli esempi degli altri Paesi, ci rendiamo conto che alcuni argomenti vengono trattati senza ipocrisie ed alla luce del sole, considerando giustamente che essi fanno parte dello sviluppo democratico della società. Così è riguardo alle lobbies (40) , al finanziamento della politica (41) , al rapporto tra politica ed affari, all'uso dei media. Così è anche con i Servizi, per i quali da anni si usa Internet per renderli alla portata di tutti. Infatti, se facciamo una rapida analisi della presenza telematica dei servizi, subito ci accorgiamo che, molto prima di quello italiano, esistono interessanti siti istituzionali delle agenzie di intelligence. Il primo è quello della CIA il cui sito telematico (www.cia.gov) ha come motto sull'home page la dicitura: "An informed citizenry...vital to a democratic society". Sempre in America, va segnalato anche il sito del Federal Bureau of Investigation (www.fbi.gov). Anche il servizio segreto di Sua Maestà Britannica è presente sul web all'indirizzo www.mi5.gov.uk, in cui ci sono utili notizie sulla storia, il funzionamento, i regolamenti ed anche la selezione del personale. C'è anche il sito telematico del servizio segreto israeliano, servizio che è considerato tra i migliori del mondo, anche se opera in condizioni particolari (42) . Infatti, all'indirizzo
www.fortunecity.com/underworld/redalert/420/main.html si trova il sito del Mossad, che presenta il motto iniziale Beware our wrath, con una musica tipica di sottofondo che accompagna la visita. Va però notato che l'aggiornamento telematico avviene a rilento, in quanto l'ultima revisione risale al 27 luglio 1998. Da segnalare poi il sito della World Intelligence Foundation www.wif.net. Telematicamente, anche se manca un sito istituzionale, è possibile reperire documenti che riguardano i servizi francesi estero SDECE (www.geocities.com/WallStreet/Floor/7918/structures.htlm) ed interno DST (www.rabenou.org/defnat/dst.htlm). Inoltre, una ricerca ancora più sistematica, porta all'individuazione di altri siti di Servizi dei Paesi della Comunità Europea, quali quelli spagnolo (http://esint60.tsai.es/cesid), portoghese (www.sis.pt) e tedesco (www.verfassungsschutz.de/). Continuando nella navigazione ci imbattiamo nel sito canadese (www.csis-scrs.gc.ca/), indiano (http://cbi.nic.in), norvegese (www.pot.no), svizzero (www.bupo.admin.ch), giordano (www.gid.gov.jo/index.html) e turco (www.mit.gov.tr/fr-index.htm). Per l'Italia, oltre al sito del SISDe di cui abbiamo parlato all'inizio e che per ora contiene la rivista "Per Aspera ad Veritatem" (www.sisde.it), è fatto molto bene il sito del Comitato Parlamentare sui servizi (www.parlamento.it/commissioni), all'interno del quale si possono rintracciare la composizione, la legge istitutiva, le leggi e le norme di interesse, le convocazioni, i resoconti e le audizioni ed i documenti approvati relativi al Comitato (questi ultimi anche per la precedente legislatura) e le relazioni semestrali del Governo. Non per seguire una moda, ma anche il nostro Paese dovrebbe presto allestire un sito istituzionale degli attuali SISDe e SISMi, inserendo tutte le notizie non riservate, compresi i costi del servizio, così come, per esempio, fa la CIA, che puntualmente nel report annuale rintracciabile anche su Internet indica le somme che spende, anche se ovviamente non sono articolate nel dettaglio. Peraltro, è paradossale che, nel nostro Paese, fino al novembre scorso non c'era nessun sito istituzionale diretto che ne promuovesse le finalità e la conoscenza reale, vi fossero però dei siti in cui viene contestato pesantemente l'operato dei Servizi italiani, che vengono collegati con gli episodi più oscuri nella storia d'Italia (www2.rete039.it/civis/cic/ustica.htlm)http://strano.net/stragi http://move.to/sabawww.freeweb.org/politica/fratini/bookmark.htm. In conclusione di questo paragrafo dedicato alla vetrina dei Servizi nella rete telematica è opportuno sottolineare il potente rapporto che esiste tra nuove funzioni dell'intelligence e lo strumento di Internet e tali correlazioni si inquadrano in ambito estremamente vasto e complesso. Non a caso Giulio Tremonti proprio su questa rivista ha notato che "la struttura della ricchezza è sempre più dematerializzata e sempre più finanziarizzata…In tale contesto Internet si pone come metafora positiva del cambiamento per tutti i meccanismi di produzione e di circolazione dei valori immateriali…Il ruolo politico del territorio non fisico è considerato talmente importante per il commercio elettronico, che non a caso l'amministrazione degli Stati Uniti riserva a questa materia un'attenzione straordinaria. Se avete occasione di parlare con i diretti collaboratori del Presidente americano o con i membri del Congresso la seconda cosa che vi verrebbe chiesta è quale sia l'atteggiamento del vostro Governo e del vostro Parlamento su Internet, quali siano le vostre idee in materia di copyright ed in materia di tassazione del commercio elettronico" (43) .


Per sottolineare ancora la differenza che esiste nella cultura della comunicazione istituzionale è utile descrivere il sito del Servizio segreto britannico, l'MI5 (44) , dal quale si possono attingere un'infinità di informazioni. Ovviamente tutto ciò che è sul sito tutela quelli che sono gli aspetti cruciali dell'attività del servizio, ma, in ogni caso, si possono reperire numerose notizie. Il sito si apre con l'introduzione dell'attuale direttore generale dell'MI5, Stephen Lander, il quale spiega che il Servizio segreto recita un ruolo vitale nella società inglese perché si impegna a combattere ogni forma di terrorismo e spionaggio, e il traffico di armi. A proposito di cultura del segreto, la seguente frase di Lander è lampante: "Anche se non è previsto dallo statuto, come il mio predecessore, anch'io credo che è necessario informare il pubblico il più possibile sul servizio, il suo lavoro e la struttura nella quale opera, il tutto preservando la segretezza delle sue operazioni. Questo è il proposito del sito" (45) . Il sito sottolinea le funzioni del Servizio, le direttive di base e le responsabilità, e ne descrive l'organizzazione. Il sito parla anche delle minacce alla società contro le quali l'MI5 sta combattendo, dal terrorismo allo spionaggio al traffico di armi. Un'analisi particolare è dedicata al modo in cui terrorismo e spionaggio sono cambiati, soprattutto con la fine della guerra fredda. Interessanti anche i rapporti fra MI5 e le altre organizzazioni governative. Come "Secret Service Bureau" l'MI5 è nato nel 1909, ed ha preso l'attuale denominazione nel 1916. E' quindi diventato "Servizio segreto" nel 1931. Dall'aprile del 1996, il direttore generale è Stephen Lander. Al di sopra del direttore generale c'è un rappresentante del Parlamento. L'MI5 è quindi diviso in cinque branche, ognuna delle quali è diretta da un capo. Tre di queste si occupano delle investigazioni e delle misure protettive da opporre alle varie minacce. Le altre due badano alla raccolta e allo smistamento delle informazioni e a tutto ciò che riguarda il personale, la sicurezza e le finanze. Il quadro è completato da un dipartimento legale e da un direttore e coordinatore per l'Irlanda del Nord. Il rappresentante del Parlamento, il direttore generale, sia quello centrale che quello per l'Irlanda del Nord, e il capo del dipartimento legale si incontrano regolarmente in quella che è definita la "Management Board" e qui decidono le politiche e le strategie da seguire. Con la sola eccezione del direttore generale, il cui nome è reso pubblico dal 1992, il servizio mantiene la sua ferma politica di mantenere segreta sia l'identità che la residenza dei suoi membri. All'interno del Servizio lavorano circa 1900 persone di cui il 55% è sotto i 40 anni, il 47% è formato da donne e il 6% lavora part-time. Per quanto riguarda la sua regolamentazione, questa è prevista nel "The Security Service acts" e altre norme che si occupano di regolamentare aspetti più specifici dell'attività dei Servizi, che descrivono le funzioni dell'MI5 e le sue finalità: "La funzione del Servizio è di proteggere la sicurezza nazionale da, in particolare, minacce di spionaggio, terrorismo e sabotaggio, dalle attività di agenti di poteri stranieri e da azioni tese a rovesciare o minare la democrazia parlamentare. E' anche compito del Servizio la salvaguardia del benessere economico del Regno Unito". Nel 1996 fu aggiunto che "è anche funzione del Servizio operare in aiuto delle attività delle forze di polizia nella prevenzione e nella scoperta del crimine". Dal marzo del 1998, l'MI5 ha messo a disposizione anche una linea telefonica per coloro i quali vogliono fornire al Servizio informazioni che possono essere utili per la sua attività. Nonostante, quindi il segreto e la riservatezza siano necessità per il Servizio Segreto, sono stati introdotti, oltre al sito Internet, anche altri mezzi per far conoscere l'MI5 al pubblico. Il primo tentativo in questo senso fu la pubblicazione, nel 1993, della prima edizione di un opuscolo che includeva un indirizzo per corrispondenza pubblica. Edizioni riviste furono pubblicate nel 1996 e nel 1998. Si è passati poi a discorsi pubblici del direttore generale, il reclutamento di nuovi impiegati attraverso inserzioni pubbliche e il rilascio, nel 1997 e nel 1999, degli archivi storici del servizio segreto della prima e della seconda guerra mondiale. Ce n'è abbastanza per caratterizzare un informazione di carattere e di interesse pubblico, anche se il soggetto in questione del segreto e della riservatezza ne fa gli ingredienti indispensabili della propria attività.


La selezione del personale nel servizio italiano è considerata giustamente la questione centrale, poiché negli anni scorsi ha sempre dato motivo di pesanti e spesso fondati rilievi. La Commissione parlamentare per i servizi il 15 luglio 1997 ha trasmesso al Parlamento, insieme alle proprie valutazioni, le conclusioni della Commissione Ministeriale d'inchiesta appositamente istituita (46) ed in cui vengono messi in risalto episodi di favoritismo e di dubbia costituzionalità per le assunzioni esterne, riferite esclusivamente alle vicende del passato. Si ripete spesso l'esempio della Gran Bretagna e di altri Paesi, dove la selezione viene pubblicizzata nelle scuole e nelle università, attraverso depliants ed inserzioni sui giornali (47) . Ci sono, soprattutto nei Paesi anglosassoni, delle riviste di intelligence, mentre la rivista del SISDe, Per Aspera ad Veritatem, non ha per ora una larga diffusione esterna (48) . I compiti a cui debbono essere preposti gli operatori dei Servizi sono la documentazione, la previsione, la ricerca, l'informazione mirata. Pertanto, reclutare significa investire, perché le risorse umane non si improvvisano. Non a caso, le strutture di intelligence private, che operano essenzialmente nel settore economico, si muovono con maggiore speditezza ed efficienza delle strutture statali. Accanto alla selezione, c'è anche l'esigenza della formazione e dell'aggiornamento. Allo scopo, nel 1980 è stata istituita la Scuola di Addestramento del SISDe, i cui compiti istituzionali attualmente sono stati delineati con il regolamento del 21 maggio 1997 emanato dal Direttore del Servizio ed in cui si evidenzia l'attenzione verso la formazione degli operatori, che deve avvenire anche avvalendosi di professionisti provenienti dalla cultura, dall'imprenditorialità e dalla politica. L'obiettivo è quello di una forte comunicazione con la società civile per promuovere la cultura dell'intelligence, che è indispensabile per gli Stati. Essendo questo il quadro, un'attenzione particolare va riservata da un lato alla regolamentazione e dall'altra all'utilizzo delle nuove tecnologie: per esempio, la CIA ha realizzato un sistema di satelliti che controllano telefonate in tutto il mondo attraverso una serie di parole chiave. Il rinnovo dei vertici, la rotazione dei dirigenti elevati, la stabilità del personale, la valutazione del rapporto costi-benefici rappresentano degli elementi che possono contribuire, se ben equilibrati, ad una efficiente gestione del servizio, tanto più che si riscontrano carenze notevoli nel settore dell'intelligence economica, ambientale ed informatica (49) . La selezione quindi rappresenta, insieme alle regole, l'elemento base. Nella riforma dei servizi approvata dal Consiglio dei Ministri, si prevede una quota di agenti stabili ed un'altra a termine (50) , impostazione che ha creato non poche polemiche, a cui si aggiunge chi sostiene che, trattandosi di un servizio pubblico, una parte di assunzioni debbano avvenire per concorso (51) . Sebbene sia poco noto, negli anni scorsi in Italia, è stata fatta un'inserzione sui quotidiani per reclutare alcuni operatori specializzati. Ci fu un interesse molto elevato, poiché per quindici posti di decrittatori risposero in cinquecentocinquanta (52) . Sebbene sia evidente l'intenzione di chi propone l'elevata mobilità del personale per rendere più utile e trasparente l'attività di selezione e di conduzione delle attività degli esponenti dei Servizi, è fuor di dubbio che esistono validissime motivazioni all'eccessiva mobilità del personale, che, prima di tutto, produce eccessiva permeabilità nella riservatezza del servizio perché sono in tanti a sapere. D'altro canto un turn-over eccessivo del personale non consente la creazione di una tradizione ed uno spirito di corpo, determinando la fragilità dell'istituzione. Ed infine, in nessun altro Servizio straniero esiste una situazione del genere. La progettualità del futuro nasce dalla certezza ed un precariato continuo crea la inaffidabilità dei Servizi ed impedisce il raggiungimento di una sicura professionalità nel settore. Inoltre, proprio per quanto attiene la individuazione degli operatori, occorre creare anche in Italia un legame forte tra università e intelligence, facendone conoscere l'attività e le necessità per reclutarne gli addetti. Ma oltre a luogo privilegiato di selezione, le università dovrebbero anche approfondire in modo scientifico l'argomento, come avviene in Europa per esempio anche nella vicina Francia, dove all'Università di Parigi l'ammiraglio Lacoste tiene da anni seguitissimi corsi sull'intelligence, per non dire degli Usa dove le università si occupano diffusamente dell'argomento che viene studiato ed inquadrato in un ambito interdisciplinare, in cui confluiscono insegnamenti diversi: dall'economia alla politica, dalla psicologia al diritto, dalla sociologia alla geografia, dalla storia alla strategia, dalla statistica alle tecnologie. E' quindi fondamentale l'aspetto di avere professionalità qualificate nei Servizi, poiché tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, funzionano soprattutto in base alle capacità di selezione e di formazione, oltre che di riqualificazione, del personale.


Facilitare la comunicazione all'interno della pubblica amministrazione dovrebbe essere uno dei compiti principali della nuova legge sui Servizi (53) , che, non appena annunciata, sta già producendo roventi polemiche (54) . Il Parlamento, non appena comincerà ad esaminare il testo proposto dal Governo, dovrebbe chiarire ed integrare questo aspetto decisivo. La Legge tuttora in vigore, prodotta in pieno "compromesso storico", si ritiene superata in più parti, tanto che si è parlato di una sua revisione già dal 1987 (55) . Ma c'è anche chi si chiede se sia possibile rifare la legge sui Servizi prima di avere rifatto la Costituzione (56) , intervento ormai indispensabile per rifondare uno Stato che, partendo appunto dall'esigenza di eticità delle scelte pubbliche, deve tenere conto dei mutati scenari mondiali per non esser da questi travolto. In una auspicabile - e speriamo sollecita - revisione della carta costituzionale, sarebbe importante inserire esplicitamente il riferimento alla sicurezza nazionale ed in questo modo indubbiamente la funzione dell'intelligence ne verrebbe legittimata e rafforzata. Non a caso, nelle Costituzioni di altri Stati è direttamente richiamata questa funzione, mentre in quella italiana c'è solo en passant un riferimento nell'art. 126 quando si prevede, al 3° comma, che il Consiglio Regionale può essere sciolto "per ragioni di sicurezza nazionale" (57) . E' evidente quindi che un'efficace riforma dei Servizi va inquadrata nell'ambito di una ponderata revisione costituzionale, perché se non si definisce un equilibrato quadro di poteri, un settore delicato e nevralgico come i Servizi non è facile possa trovare adeguata collocazione. Nei programmi operativi dei Servizi, bisogna tenere conto che c'è bisogno di una incisiva azione previsionale e preventiva, che riguardi la difesa delle istituzioni e la sicurezza nazionale (compreso il tessuto economico e produttivo) dai pericoli della criminalità, che con il traffico della droga ed il racket del riciclaggio esprime un potenziale economico pericolosissimo, e dal terrorismo islamico, al quale il nostro Paese, per evidenti motivi geopolitici, è particolarmente esposto. Per quanto riguarda poi le spese, c'è un controllo politico che spetta al Governo ed un controllo contabile, che compete alla Corte dei Conti, che per espletarlo ha necessità di norme più chiare, così come è stato chiaramente evidenziato dal Comitato parlamentare per i Servizi (58) . Quindi, oltre a processi di comunicazione esterna, c'è soprattutto necessità di comunicazione interna, con regole poche, certe e precise che mettano in collegamento Governo e Parlamento da un lato ed i Servizi dall'altro e poi gli stessi Servizi tra loro. L'intelligence va quindi considerata come uno strumento vero e proprio della pubblica amministrazione (59) e non come corpo separato e magari, secondo la pubblicistica corrente, sistematicamente deviato ed utilizzato spesso per scopi non istituzionali. Ovviamente deve esistere un rapporto fiduciario tra Servizi e potere politico, che richiede appunto buona comunicazione in entrambe le direzioni. Una più efficace regolamentazione dei Servizi (tenuto anche conto che l'attuale Legge che disciplina la materia comprende argomenti diversi, compreso il segreto di Stato, che invece rappresenta un ambito eminentemente politico) sicuramente può contribuire ad istituzionalizzare la circolazione delle informazioni tra i comparti della pubblica amministrazione e consentire alla società civile di usufruire dell'attività dei Servizi come uno qualsiasi dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Peraltro, nel nostro Paese, differentemente rispetto ad altri, temi quali il ruolo della difesa, della ricerca e dell'innovazione tecnologica (che camminano insieme: la nascita di Internet ne è la più lampante testimonianza) non coinvolgono la società civile e diventano argomento per qualche lodevole, ma purtroppo isolato, confronto (60) . Un aspetto va rilevato in modo preciso e cioè che necessariamente deve essere contemperato il diritto alla riservatezza nell'interesse della sicurezza nazionale con le legittime esigenze di trasparenza di un servizio pubblico pagato dai contribuenti. Dunque, un equilibrato dosaggio di ingredienti, non solo è possibile, ma è indispensabile ed urgente. Peraltro, sotto un aspetto squisitamente storico, è fondamentale che la comunicazione venga assunta come tema strategico, anche per evitare le speculazioni politiche che si sono ciclicamente ripetute, con ritmo incalzante nella storia dell'Italia repubblicana. Anche perché è indispensabile difendere le istituzioni soprattutto da parte di chi, parlando di "democrazia apparente" e di "rigorosa ricostruzione storica" (61) , dall'interno ha per lunghi decenni di fatto indebolito le istituzioni. Una notazione finale va riservata necessariamente al dialogo e quindi alla comunicazione che deve intercorrere anche tra Servizi e magistratura, aspetto non pienamente risolto nella recente proposta di Legge del Governo. Non solo c'è necessità di coperture particolari per chi compie azioni autorizzate che vadano nel comprensibile interesse dello Stato ma se così come è oggi, rimane possibile che qualunque procura possa avere accesso agli atti dei Servizi non è affatto garantita la trasparenza ma la estrema permeabilità di questo settore strategico dello Stato. E' inutile dire, che l'accesso indiscriminato non avviene in nessun'altra Nazione e quello che succede in Italia indebolisce enormemente la credibilità dei nostri Servizi rispetto a quelli dei Paesi alleati ed amici. Ovviamente (e non può essere diversamente: basta leggere, per esempio, i testi francesi o inglesi sulla materia o anche, più semplicemente, fare una ricerca su Internet relativamente all'argomento sulla stampa estera), dovunque l'attività dei Servizi per forza di cose da adito a perplessità e dubbi. Quindi solo una visione provinciale potrebbe far ritenere che alcuni fenomeni si siano verificati soltanto da noi. In Italia però ai Servizi quasi automaticamente si associa un alone di scorrettezza istituzionale. Molte cose potranno essere avvenute, ma essendo i Servizi una branca della pubblica amministrazione italiana ed essendo alla presenza di una delle pubbliche amministrazioni meno efficienti dei Paesi industrializzati (62) , sarebbe stato difficile che i Servizi potessero fare eccezione. E poi, non era Henry Kissinger quello che ricordava che "L'Italia è un Paese di molti misteri, ma di nessun segreto?" (63)


I Servizi debbono cominciare a rappresentare anche in Italia uno strumento positivo e propositivo e non un argomento per scontate polemiche, nelle quali poi entrano in ballo tutti, compresi gli interessati. Ma, come scrive Vittorio Stelo, nelle polemiche, "il silenzio è la regola dei Servizi; le repliche non convincono mai del tutto, e quindi espongono alle controrepliche e alla continuazione delle polemiche" (64) . Il tema della comunicazione richiede, evidentemente, ulteriori approfondimenti, ma va affrontato nell'ambito della riforma dei Servizi, che attualmente nella legge in discussione in Parlamento non si pone in modo marcato e anzi sembra non esserci la consapevolezza che il tema della comunicazione è decisivo, sotto tutti gli aspetti. Il potere della comunicazione nella società dell'informazione è decisivo e quindi occorre sviluppare questo tema in molteplici direzioni. Informare per prevenire ed anticipare azioni contro la sicurezza dello Stato, per rendere trasparente e quindi condivisa l'azione dei Servizi e quindi della pubblica amministrazione, per tutelare gli interessi nazionali nella globalizzazione impetuosa dell'economia che non è più condizionata dalla sicurezza. Anche i costi dei Servizi vanno maggiormente fatti conoscere. Infatti, nella Legge Finanziaria del 2000, vengono previsti, nei capitoli riservati alla Presidenza del Consiglio, la spesa di 720 miliardi (65) . Ovviamente, rendere pubblico nel dettaglio il bilancio dei Servizi non è agevole, poiché se ne dedurrebbe l'attività. Nel dettaglio tali cifre vengono controllate dal Parlamento, tramite il Comitato per i Servizi, che lavora con il vincolo del segreto, in un necessario equilibrio tra trasparenza e riservatezza. Manca la cultura dell'intelligence, perché manca una cultura militare, forse anche una cultura amministrativa di servizio ed altro ancora. Inoltre, "l'Italia non è un paese che abbia mai avuto una grande considerazione per i Servizi. Non l'ha mai avuta perché non ha una grande storia come stato unitario, perché, malgrado lo sviluppo delle proprie coste, non è un paese di marinai ma un paese di estrazione contadina che vive una vita provinciale e, quindi, la conoscenza approfondita dei propri vicini l'ha sempre interessata in una misura che considero modesta" (66) . Eppure occorre fare fronte al turbocapitalismo (67) , che rappresenta un'accelerazione dello sviluppo economico della società e che quindi pone problemi inediti che non possono essere affrontati dagli Stati con gli strumenti consueti. Inoltre, con l'utilizzo delle nuove tecnologie e la facilità degli spostamenti i contatti sono enormemente aumentati ed occorre stare attenti a quanto ci circonda ed a quanto si può profilare. Un altro aspetto bisogna pure definire: è una contraddizione in termini avere dei Servizi trasparenti? In una certa misura, è indispensabile che sia così, ma tale impianto va inserito all'interno di un più generale contesto di cambiamento dello Stato, che ha bisogno oggi come non mai di Servizi che abbiano una marcata funzione previsionale per poter guidare il presente e il futuro del Paese. Utilizzare quindi la comunicazione per non dare alibi a chi vuole davvero deviare, ai politici che non compiono il proprio dovere, ai reduci delle ideologie, alle organizzazioni criminali ed ai poteri forti che possono prosperare di fronte all'evidente indebolimento della politica (68) , il cui orizzonte "deve allargarsi, per non essere travolto dal rapido e tumultuoso accavallarsi degli avvenimenti. Occorre riconvertire i servizi di intelligence, estendendo le loro attività al campo economico e finanziario e non solo a quello, già enorme, dominato dalla criminalità internazionale" (69) . In definitiva, l'argomento della comunicazione dei Servizi può essere paradigmatico, in quanto rendere effettiva la comunicazione dell'ambito ritenuto più oscuro dello Stato diventa la cartina al tornasole della reale volontà di cambiamento espressa dalla società politica. Roberto Di Nunzio, proprio su questa rivista, ha approfondito il tema della comunicazione delle Istituzioni, come elemento essenziale per il cambiamento, evitando che la rilevanza dei problemi venga stabilita dai media, senza tenere conto delle esigenze dei cittadini (70) . La nuova Legge sui Servizi sembra nascere già vecchia, dando adito alle contestazioni di sempre: l'oscurità, la farraginosità, la poca trasparenza, anche se affronta e risolve taluni problemi decisivi tra cui soprattutto quello delle garanzie funzionali, facendo sì che coloro che agiscono nell'interesse dello Stato non siano perseguibili penalmente quando operano nel quadro di procedure autorizzate e controllate. E' indispensabile però cambiare fino in fondo le regole, se si vuole un nuovo Stato dove nuovi Servizi possano finalmente svolgere il ruolo altamente professionalizzato di prevenzione e di intelligence legittimamente richiesto da cittadini consapevoli ad una pubblica amministrazione efficiente. Appunto per questo è ancora più importante il ruolo di chi riveste ruoli istituzionali, poiché è il politico che deve autorizzare le operazioni di intelligence e quindi assumersene - fino in fondo - le responsabilità. Ma tale concetto non viene ancora pienamente compreso, anche perché si registra non solo mancanza di cultura di intelligence ma a volte anche mancanza di cultura istituzionale. I nuovi scenari mondiali richiedono un profonda ed urgente riscrittura della carta costituzionale, soprattutto dal punto di vista economico (71) . Infine anche la nuova legge sul riordino dei Servizi, auspicata da oltre dodici anni, piuttosto che essere accompagnata dalle polemiche, va invece accompagnata da una massiccia campagna di informazione verso l'opinione pubblica, così come è stato analogamente fatto in Gran Bretagna pochi anni fa. Gli stessi parlamentari dovrebbero approfondire questo argomento, piuttosto che criticarlo, anche perché la proposta di Legge di riforma è approdata già al Senato e un'eventuale approvazione è bene che veda ampie e consapevoli maggioranze. In conclusione, la comunicazione nei Servizi va orientata prima di tutto a seconda di quelli che sono gli scopi attuali e quindi diventa indispensabile per:

§ Creare consenso verso un settore delicato ed importante della pubblica amministrazione e quindi verso lo Stato.
§ Garantire la sicurezza delle istituzioni dalle minacce della criminalità, del narcotraffico, del terrorismo interno ed esterno, dell'immigrazione clandestina e della pirateria informatica.
§ Assistere e favorire la crescita economica delle imprese italiane (anche all'estero) e nel contempo difendere i segreti industriali nazionali.
§ Tutelare gli interessi italiani nel mondo, compresi quelli dei nostri emigrati, che rappresentano una grande risorsa per la Nazione.
§ Coinvolgere nella riforma dei Servizi non solo il mondo politico ma soprattutto l'opinione pubblica: gli organi di informazione, le imprese, le università e la pubblica amministrazione in primo luogo.
§ Facilitare la circolazione delle informazioni all'interno della pubblica amministrazione.
§ Evitare incomunicabilità tra le istituzioni dello Stato preposte agli stessi scopi: Servizi, forze dell'ordine, magistratura ed istituzioni politiche.
§ Chiarire il rapporto delicato tra attività dei Servizi e la magistratura, così come affrontato in altri paesi quali la Gran Bretagna, la Germania e la Francia, dove in genere, con i Servizi dialoga una sola procura.
§ Selezionare alte professionalità da adibire al lavoro nei Servizi.
§ Esaltare la funzione della ricerca nelle nuove tecnologie della comunicazione dell'informazione.
§ Rendere trasparenti - per quanto possibile - le spese e le procedure di selezione del personale, coinvolgendo le università per quest'ultimo aspetto.
§ Prestare attenzione all'esplosione di Internet, che richiede un'attività di intelligence quanto mai prontamente efficace e altamente professionale (72) .
Come si vede, si tratta di argomenti decisivi per lo Stato, ma la riforma dei Servizi non può rappresentare un episodio staccato dalla riforma più generale che deve investire l'organizzazione statale del nostro Paese. L'integrazione dei mercati, l'immigrazione, il pericolo della criminalità mondiale, l'evoluzione tecnologica, l'utilizzo di Internet, la salvaguardia ecologica del pianeta sono temi che richiedono una pubblica amministrazione efficiente e consapevole. In questo contesto, i Servizi sono destinati a rappresentare sempre di più un prezioso ed indispensabile strumento di uno Stato finalmente per tutti (73) .


(1) Cfr. P. Preto, I servizi segreti di Venezia, Est, Milano 1999.
(2) Nel 1949 venne creato il SIFAR (Servizio Informazioni Forze Armate), dopo le polemiche sulla gestione De Lorenzo il SIFAR venne sciolto, con la conseguente creazione del SID (Servizio Informazioni Difesa), che è stato riformato nel 1977 con la creazione del SISDe (Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica) ed il SISMi (Servizio Informazioni Sicurezza Militare), coordinati dal CESIS (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza).
(3) "Nel concludere questa sintetica presentazione dell'indagine conoscitiva…deve manifestarsi il più deciso auspicio che il Governo in primo luogo, ed i gruppi parlamentari, diano il conseguente seguito politico all'indagine stessa, impegnando il parlamento nella revisione legislativa adeguatrice della legge 24 ottobre 1977, n. 801", Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, Roma 1988, pag. XIV.
(4) "… generalizzata assenza di una visione positiva del ruolo italiano nel mondo, accompagnata da una rendicontazione quasi esclusivamente domestica dei costi e dei benefici di qualsivoglia vicenda interna o internazionale… " G. Amato in F. Martini, Nome in codice: Ulisse, Rizzoli, Milano 1999, pag. VI.
(5) C. Jean, Costo e valore del mercato interno in rapporto alla globalizzazione, in "Per Aspera ad Veritatem", n. 8/1997, pag. 363. Poi successivamente anche in I. Rizzi (a cura), Il futuro della nazione, Stampa Inedita, Milano 1998, pagg. 65-66.
(6) "La competizione economica mondiale si fonda…su un atteggiamento offensivo, sulla competitività dei ‘sistemi-paese'. Occorre cioè rendere più competitivi i propri territori e i propri lavoratori (infrastrutture, servizi, ricerca e sviluppo, educazione e formazione professionale…) e attrezzarsi per la competizione mondiale (definizione di standard e regole internazionali, intelligence economica, barriere non tariffarie, National Economic Council, Council for Competitiveness). La competizione geoeconomica è subentrata a quella geopolitica". Idem, pagg. 69-70.
(7) P. Schweizer, Friendly Spies, The Atlantic Monthly Press, New York 1993.
(8) A. Corneli, Le nuove frontiere dell'intelligence, in Ideazione, n. 4/96, pagg. 97-98.
(9) "…la cultura della riservatezza, intrinseca a queste organizzazioni, non consente un dibattito pubblico su questi temi, che renda manifesto il punto di vista degli "addetti ai lavori", professionisti in gran parte formatisi in settori di punta dell'apparato pubblico, ingiustamente coinvolti in un processo di generalizzazione negativo e non equilibrato, che non si cura di distinguere l'Istituzione dalle posizioni soggettive. Analogamente, agli Organismi medesimi non è mai possibile controdedurre alle numerose illazioni giornalistiche che li vedono al centro di mille oscuri episodi. E pertanto importante che sia il circuito istituzionale a farsi carico di tale rappresentanza, diretta conseguenza del potere di controllo, mentre certamente…i Servizi dovranno abituarsi all'idea di essere un po' meno ‘segreti'." M. Valenti, Gli organismi d'intelligence: idee per un progetto per il futuro, in "Per Aspera ad Veritatem", n. 5, maggio-agosto 1996, pag. 404-5.
(10) R. Zangrandi, Inchiesta sul Sifar, Editori Riuniti, Roma 1970.
(11) R. Pesenti, Le stragi del S.I.D., Mazzotta, Milano 1974.
(12) G. De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, Roma 1991. (Fino all'anno di pubblicazione c'è un'ampia rassegna di vicende in cui sono stati coinvolti i servizi. Già dai titoli dei vari capitoli emergono i contenuti: De Lorenzo, la Rosa dei Venti, il golpe Borghese, il giornalista Pecorelli, la stagione delle stragi, il terrorismo, Sogno, Cirillo, mafia-stato, P2, Gladio).
(13) G. Galli, Affari di stato, Kaos Edizioni, Milano 1991.
(14) S. Flamigni, Convergenze parallele, Kaos Edizioni, Milano 1994.
(15) A. Viviani, I servizi segreti italiani 1815-1985, Dossier Adn Kronos, Roma 1986. Il libro è dedicato dall'autore Agli Agenti dei servizi segreti italiani.
(16) G. Boatti, Le spie imperfette, Rizzoli, Milano 1987. Ottima bibliografia, anche con testi stranieri.
(17) In Ideazione, n. 4/96, un'intera sezione della rivista è stata intitolata 007 al servizio dell'economia, con saggi di A. Corneli, S. Fiore e L. Zecchini. Inoltre, nel numero 1/1998 c'è l'interessante saggio di A. Corneli, Servizi non più segreti, pagg. 185-198. Inoltre, va citata la rivista italiana di geopolitica Limes, soprattutto i n. 4/94 (A che serve l'Italia), n. 3/96 (L'Italia tra Europa e Padania), n. 1/98 (L'Italia mondiale).
(18) Per Aspera ad Veritatem, Rivista di intelligence e di cultura professionale, periodico quadrimestrale pubblicato dal SISDe dal 1995.
(19) F. Martini, Nome in codice: Ulisse, Rizzoli, Milano 1999. Dal mese di giugno, in quattro mesi ha avuto quattro edizioni consecutive nei mesi successivi: un vero successo editoriale.
(20) F. Pazienza, Il disubbidiente, Longanesi, Milano 1999.
(21) Camera dei Deputati, Indagine conoscitiva relativa alla materia dei servizi di informazione e sicurezza, Atti Parlamentari X legislatura, Indagini conoscitive e documentazioni legislative, Servizio Commissioni parlamentari, Roma 1988.
(22) Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, Roma 1988, pag. XIV.
(23) www.parlamento.it/commissioni.
(24) Oltre a numerosi saggi e recensioni contenuti nella rivista "Per Aspera ad Veritatem", a riguardo ricordiamo Labriola, Le informazioni per la sicurezza dello Stato, Giuffrè, Milano 1978; Cocco, I servizi di informazione e sicurezza nell'ordinamento in Italia, Cedam, Padova 1980; AA.VV., Il segreto nella realtà giuridica italiana, Cedam, Padova 1983; Paolozzi, La tutela processuale del segreto di Stato, Giuffrè, Milano 1983; AA. VV., Il segreto di Stato e i servizi di sicurezza in uno stato di diritto liberale e democratico, A.N.F.A.C.I., 1989; Fioravanti, Profili penali dei pubblici segreti, Cedam, Padova 1991; Fragola, L'amministrazione invisibile. I problemi giuridici dell'apparato dei servizi segreti, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma, 1991; Rossi-Merighi, Segreto di Stato tra politica e amministrazione, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma 1994; Sidoti, Intelligence e morale, Cacucci, Bari 1993; Sidoti, Morale e metodo dell'intelligence, Cacucci, Bari 1994. A questi testi, vanno aggiunte le pubblicazioni edite dalla Camera dei Deputati e dal Senato già citati nel presente testo, oltre alla dispensa prodotta per l'a.a. 1996/97 presso l'Università di Genova da Vitto, L'intelligence nella nuova situazione internazionale: tra definizione e riforma.
(25) F. Cossiga, I Servizi di sicurezza e le attività di informazione e controinformazione, intervista in Per Aspera ad Veritatem, n. 9, settembre-dicembre 1997, pag. 657. Nel corso dell'intervista, emergono i temi centrali dell'attività di intelligence nel particolare contesto italiano, spesso comparato con le esperienze delle altre realtà estere.
(26) M. Valentini, lo Stato deve valorizzare tale risorsa. "Per Aspera ad Veritatem", n. 13.
(27) Commissione Europea, Libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione, Bruxelles 1998.
(28) E. N. Luttwak, From geopolitics to geoeconomics, in "The National Interest", Estate 1990, in cui l'A. spiega che "la logica del conflitto (viene) applicata alle regole del commercio".
(29) E. N. Luttwak, La dittatura del capitalismo, Mondadori, Milano 1999, pag. 153.
(30) L'utilizzo dell'intelligence a favore delle imprese è questione controversa, come si può evincere anche in C. Callieri, Intelligence e realtà industriali "in Per Aspera ad Veritatem, gennaio-aprile 1998, in cui tra l'altro si legge: "… si potrebbe ancora pensare, - ma per questo avrei grande esitazione - che, poiché la politica estera di tutti i Paesi, è diventata politica economica proprio perché il mondo è cambiato, gli aspetti di integrazione sono divenuti prevalenti e preliminari, allora un'Intelligence di sostegno alla crescita dell'economia del proprio Paese sia utile e giustificata. Esistono orientamenti anche dottrinari in questo senso, per esempio nel Nord-America. Io sono personalmente restìo a condividerli per come sono formulati, che cioè possa essere effettivamente utile, non sia invece controproducente.
A mio giudizio può essere controproducente. E in particolare può essere controproducente se la scommessa che si fa - ed è la cosa più giusta, a mia opinione - è che il processo di integrazione si basi su presupposti di "fair competition". Se l'integrazione si fa su presupposti di "fair competition", una competizione attraverso l'Intelligence non mi sembra "fair" o potrebbe essere percepita come non "fair" da parte di coloro che ne fossero, come dire, destinatari o vittime".
(31) "La globalizzazione è una realtà effettiva, in cui si muove molto bene il sistema imprese italiano: - sono ormai oltre 2.000 le aziende estere partecipate da aziende o gruppi italiani, e sono quasi 1.800 le imprese italiane partecipate da investitori stranieri; - sono circa 1.200.000 gli occupati coinvolti, in Italia e all'estero, negli investimenti industriali in entrata e in uscita dall'Italia". G. De Rita, Prefazione in AA.VV., Italia Multinazionale 1998, Documenti CNEL n. 17, Roma 1999, pag. 5.
(32) "…la crescita globalizzata del sistema italiano è condotta quasi esclusivamente dall'interno di esso, visto che il supporto pubblico ai processi di multinazionalizzazione delle imprese è a livello minimo e ben lontano dalle politicies di paesi, come la Spagna, l'Irlanda, la Gran Bretagna, il Canada e gli stessi Stati Uniti, che attribuiscono un ruolo strategico ai processi di multinazionalizzazione….Certo potremmo fare molto di più se potessimo contare su poteri pubblici più impegnati e su reti logistiche adeguate". Idem, pagg. 6-7.
(33) "Occorre prevedere tempestivamente le situazioni di crisi affinché non prevalga il pericolo e, di contro, se ne sfruttino le opportunità: occorre influire sull'evoluzione degli eventi anziché esserne travolti". F. Cossiga, I Servizi di sicurezza e le attività di informazione e controinformazione, cit., pag. 658.
(34) "Personalmente trovo anche paradossale che sull'attività di raccolta, elaborazione e comunicazione dei dati conoscitivi raccolti dai servizi vi sia un intervento della legge sulla tutela della privacy...ritengo che il fatto che le attività dei servizi segreti così come quelle della Procura Nazionale Antimafia o delle Direzioni Distrettuali Antimafia e delle banche dati che stiamo realizzando debbano essere sottoposte, anche ad istanza di privati, ad un controllo sotto il profilo della privacy, lo trovo francamente una cosa assurda". M. Maddalena, Modalità operative dei Servizi tra legittimità e legalità, in Per Aspera ad Veritatem, n. 14, maggio-agosto 1999, pagg. 439-440.
(35) Relazione sulla politica informativa e della sicurezza, Primo semestre 1999, Presentata dal Vice Presidente del consiglio dei ministri Mattarella e trasmessa alla Presidenza della Camera dei Deputati il 28 luglio 1999.
(36) "Se ripensiamo alla teoria economica della corruzione (corruzione come bene che viene venduto e comprato su un mercato in cui venditore e compratore "sono le parti d uno scambio illegale finalizzato a massimizzare alcune opportunità e a minimizzare i costi giudiziari e di reputazione"), vediamo che la realtà dell'UE riproduce un caso pressoché di scuola…pur non essendo possibile delineare i contorni precisi del fenomeno all'interno delle strutture dell'Unione Europea, possiamo senz'altro affermare che le istituzioni comunitarie sono sottoposte al rischio di corruzione che si espande man mano che le competenze normative e amministrative passano dagli Stati membri alle istituzioni europee". E. U. Savona, L. Mezzanotte, La corruzione in Europa, Carocci, Roma 1998, pagg. 140-1.
(37) Idem, pagg. 19-20.
(38) Il PESC è l'acronimo con cui si individua la Politica estera e di sicurezza comune, istituita dal Titolo V del Trattato dell'Unione Europea sottoscritto a Maastricht il 7.2.1992 ed entrato in vigore l'1.11.1993. Il PESC è stato rafforzato dal Trattato di Amsterdam sottoscritto il 2.10.1997 e che ancora non è stato ratificato da tutti e 15 gli Stati membri dell'Unione.
(39) Disponibili su Internet all'indirizzo www.camera.it/commissioni/.
(40) L. Graziano, Lobbies, pluralismo, democrazia, Nuova Italia Scientifica, Roma 1995.
(41) R. Brancoli, In nome della lobby, Garzanti, Milano 1990, pagg. 7-15.
(42) F. Martini, op. cit..
(43) G. Tremonti, La guerra "civile". La competizione al posto della guerra, in Per Aspera ad Veritatem, maggio-agosto 1999, n. 14, pagg. 574-5.
(44) www.mi5.coi.gov.
(45) Argomenti analoghi vengono tratti anche dal responsabile del SISDe V. Stelo nel suo intervento ospitato sul numero 15 di Per Aspera ad Veritatem.
(46) Commissione ministeriale d'inchiesta istituita con D. M. 14 novembre 1995 e presieduta dall'Avvocato generale dello Stato Giorgio Azzariti, che ha svolto i propri lavori fino al 14 maggio 1996.
(47) "Poco successo ebbi, invece, quando cercai di modificare l'arruolamento del personale. Ho avuto contro tutti, SISDe e CESIS compresi. Il nocciolo del problema è limitare il trasferimento ai Servizi di personale proveniente da altre amministrazioni dello stato, sia civili che militari, e rivolgersi invece più massivamente ai giovani diplomati o laureati del settore privato, cosa che si fa comunemente all'estero. Così, si rompe con le raccomandazioni, e si evita l'arrivo di gente che aspira solo a uno stipendio migliore… ". F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pag. 183; successivamente nello stesso testo si legge: "... il SISMi fece pubblicare un bando sui giornali per arruolare quindici decrittatori, rivolgendosi a laureati in matematica e statistica con medie molto elevate e fissando altri requisiti abbastanza rigorosi. Quando chiesi il permesso alla Presidenza del Consiglio -l'annuncio, infatti, anche se poi era chiaro di cosa si trattasse, faceva riferimento alla Presidenza del Consiglio - in un primo tempo mi diedero del matto, e dovetti spiegare che presso alcuni Servizi, tra cui la Cia, per le assunzioni si fanno inserzioni sui giornali, come per un lavoro qualsiasi". F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pagg. 207-8. Altra citazione interessante è la seguente: "In Gran Bretagna, spesso i giornali pubblicano annunci, nella rubrica "offerte di lavoro", in cui si invitano neolauretati a presentare domanda di assunzione presso l'MI-5 e l'MI-6. Vi sono, poi, professori universitari che collaborano apertamente con l'intelligence, vengono assunti alla luce del sole e prendono un regolare stipendio". F. Pazienza, Il disubbidiente, cit., pag. 127.
(48) Nata nel 1995, stampa 2.200 copie che vengono diffuse ad interlocutori istituzionali. Al momento, non è in vendita nelle librerie ma è distribuita anche a richiesta.
(49) V. Stelo, Intervento d'apertura in Per Aspera ad Veritatem, settembre-dicembre 1997, n. 9, pag. 633.
(50) Nel Disegno di Legge presentato dal Governo si prevede la quota del 75% del personale stabile ed il 25% a tempo determinato con possibilità di opzione: indirizzo che a me sembra sicuramente equilibrato.
(51) Sostenitore di questa tesi è l'attuale Presidente del Comitato Parlamentare per i servizi di sicurezza F. Frattini.
(52) F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pagg. 208-9.
(53) A. Corneli, Servizi non più segreti , cit., pagg. 185-198.
(54) G. D'Avanzo, Il capo del governo comanderà gli 007 in Il Corriere della Sera, 1.7.1999, pag. 8; M. Galluzzo, Servizi segreti, via libera alla riforma in Il Corriere della Sera, 4.7.1999, pag. 13; P. Men., Sifar, Sid, SISDe: mezzo secolo di scandali e cambiamenti da Gattopardo in Il Corriere della Sera, 4.7.1999, pag. 13; G. Chiocci, Bufera sui Servizi con "licenza di delinquere", in Il Giornale, 4.7.1999, pag. 8; D. Alfieri, "E chi controllerà Palazzo Chigi?", Intervista a Franco Frattini, in Il Giornale, 4.7.1999, pag. 8.
(55) Camera dei Deputati, I servizi di sicurezza in Italia, cit., pag. XIV.
(56) A. Corneli, Servizi non più segreti, in Ideazione n. 1/98, pagg. 186-7.
(57) Un altro riferimento, ma molto meno diretto, lo si può rinvenire sempre con riguardo alle regioni nell'articolo 127 della Costituzione, in cui si recita che "Il Governo della Repubblica, quando ritenga che una legge approvata dal Consiglio Regionale ecceda la competenza della Regione o contrasti con gli interessi nazionali con quelli di altre Regioni, la rinvia al Consiglio regionale nel termine fissato per l'apposizione del visto."
(58) Comitato parlamentare per i servizi, Il controllo amministrativo-contabile sugli atti dei servizi di informazione e sicurezza, Relazione approvata nella seduta del 16 luglio 1998 e trasmessa alle Presidenze della Camera e del Senato il 28 luglio 1998.
(59) "…i Servizi segreti (o meglio i Servizi di informazione) sono un organo dello Stato: fanno parte della pubblica amministrazione". A. Corneli, Servizi non più segreti, cit., pag. 185.
(60) A proposito, va ricordata la giornata di studio organizzata dal Copit a Roma il 19.11.1997 sul tema "Il contributo dell'Italia alla sicurezza internazionale", di cui sono disponibili anche gli atti curati da A. Del Monaco, F. Grosso e F. Mion ed editi dallo stesso Copit (Comitato di Parlamentari per l'Innovazione Tecnologica e lo Sviluppo Sostenibile).
(61) …ora è riconosciuto che la strage di Piazza Fontana e tutte gli altri episodi oscuri della storia recente italiana avevano come responsabili i servizi segreti, la destra in collusione con esponenti politici governativi e apparati militari". Dal testo della presentazione (contenuta anche su Internet) della manifestazione "Il lato oscuro dello stato. Viaggio nei misteri del potere. Dallo "Stato parallelo" alla "Seconda Repubblica", promossa dal Circolo Napoleone Papini di Fano, in collaborazione con Comitato Liberi Liberi di Fano e Rete per l'autogestione, nel gennaio 1999.
(62) S. Cassese, Lo Stato introvabile, Donzelli, Roma 1998.
(63) Riportato da F. Pazienza, Il disubbidiente, cit., pag. 373.
(64) V. Stelo, Intervento d'apertura, cit., pag. 633.
(65) All'allegato 2 del Bilancio dello Stato 2000 riguardante la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il capitolo 16.1.2.2 è prevista la voce Comitato interministeriale per le informazioni e la sicurezza, finanziato appunto con 720 miliardi.
(66) F. Martini, Nome in codice: Ulisse, cit., pag. 15.
(67) "… il turbocapitalismo genera nuova ricchezza dalle risorse sprigionate dall'eliminazione, in nome della concorrenza, di prassi inefficienti, di aziende e intere industrie in precedenza di proprietà statale, o sovvenzionate, o protette da dazi e regolamentazioni. Al pari eliminati risultano naturalmente anche i posti di lavoro un tempo sicuri dei dipendenti che vi lavoravano, mentre al contempo gli artefici e i beneficiari del nuovo corso si arricchiscono a una velocità mai vista prima, o in una proporzione che non ha precedenti". E. N. Luttwak, La dittatura del capitalismo, cit., pag. 15.
(68) "Gli Stati moderni non devono più far fronte alla rivolta dei poveri, come capitava in passato, ma a quella dei ricchi. Marx aveva torto. Quella che è internazionale non è la classe operaia …Internazionali sono i ceti più ricchi, che non hanno alcuna difficoltà a emigrare e ad abbandonare la nave che affonda. Essi infatti possono investire i loro capitali e delocalizzare le loro industrie nelle aree…che offrono migliori condizioni di profitto". C. Jean, Costo e valore del mercato interno in rapporto alla globalizzazione, cit., pag. 65.
(69) Idem, pag. 74.
(70) R. Di Nunzio, Effetti sociali e conseguenze sulla sicurezza interna della guerra dell'informazione, in Per Aspera ad Veritatem n. 13, gennaio 1999, par. 15-16.
(71) Come affermava Thomas Jefferson ogni generazione ha diritto ad una propria costituzione economica. In Italia sostenitore della urgente riscrittura della "costituzione economica" è Alberto Quadrio Cunzio.
(72) Nella recentissima e documentata storia del Servizio interno francese di R. Faligot-P. Krop, DST - Police Secrète, Flammarion, Paris 1999, c'è il capitolo finale, che precede le conclusioni, che è stato opportunamente dedicato al rapporto tra Servizi e Internet. Si tratta del cap. XVII intitolato Guerre d'espions sur l'Internet, (pagg. 531, 551), che inizia con l'affermazione "Avec l'Internet, l'espionnage a changé de visage".
(73) "…è destinata ad essere superata definitivamente la vecchia cultura che, nella migliore delle ipotesi, relegava i Servizi ad un ruolo secondario o marginale, nella consapevolezza che essi partecipano ad una essenziale funzione costituzionale, rappresentando una risorsa la cui piena utilizzazione, così come per ogni funzione pubblica, è nella responsabilità del Governo e nell'interesse stesso della garanzia di sicurezza che la comunità domanda". M. Valentini, Cultura dell'intelligence, cultura delle istituzioni, in "Per Aspera ad Veritatem", n. 13, gennaio-aprile 1999, pag. 173.

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